Buonanotte
giovedì 9 ottobre 2008
diario politico
Propongo il pulitzer per questo pezzo, ha totalmente ragione Massimo ad insistere sulla diversa qualità di approccio, magari esagera, però è così. L'Italia è guidata da un signore che, malgrado il suo potere mediatico, le doti di persuasore e una ricchezza pressochè incalcolabile per quasi tutti gli umani che conosco, ha già subito tre o quattro sconfitte elettorali. Nel casino preoccupante, si vive da noi una conflittualità politica quotidiana, qualunque sia la nostra posizione, siamo incatenati a un mezzo ducetto arrogante. Tutta questa guerriglia degna di un altro secolo, ci sottrae parecchia di quella fiducia, che se non ho capito male, è indispensabile per affrontare la crisi in atto. Non avendo altri strumenti che la vita reale per misurare lo stato dell'arte, confido in quello che sappiamo fare, che per quanto possa esserne influenzato, non dipenderà mai totalmente dall'andamento della borsa di Tokyo. Il numero di amici che con molto pudore fanno trasparire i segni della difficoltà del momento toglie qualsiasi alibi poetico alle cose scritte. Per la giornata piuttosto convulsa è impegnativa, non ho sentito Giancarlo, sono stato a Masainas, che sembra vicina, alle sette e mezzo al rientro avevo da scegliere tra una direzione cittadina e l'orchestra. L'idea di portare alla Spano il malumore e la stanchezza della giornate o provare a migliorarla con la musica, naturalmente non mi ha lasciato scampo. Urlacchiare sull'essemme cinquantotto mi ha rimesso in sesto. La mia coscienza politica si è ulteriormente sgravata del già ridotto senso di colpa quando, per caso ho ricordato che io in direzione cittadina, neanche ci sono.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
12 commenti:
Buon pezzo.
Io ho invece della direzione cittadina ho scelto di andare a fare l'allenamento, ho corso pochissimo, il dolore alla scheina e allucinante.
Ma sempre meglio del mal di testa e dello sconforto al termine di una direzione cittadina, che come dice quall'anonimo di qualche giorno fa, vive ancora sulla scia dello scontro Soru-Cabras.
In attesa di ritirare il premio (grazie, direttore..;-P), devo dire che lo spunto al pezzo e' venuto principalmente con le discussioni avute in questo blog, che si dimostra piccolo ma combattivo, con pochi mezzi economici ma pieno di idee e riflessioni evolute e interessanti. Detto questo, devo aggiungere che proprio Francesco (sopra di me nei commenti) dice "che vive dello scontro Soru-Cabras", appunto.. abbiamo sempre bisogno di uno scontro. Secondo me proprio non siamo capaci di una sintesi. Di prendere il meglio e usarlo per lo stesso fine. A livello basso (come e' Assemini), od anche piu' alto(come potrebbe essere il PAese). Per giunta ogni tentativo di unione e' sempre fallitta. Si sta uniti rimanendo nelle proprio posizioni interne di scontro, antipatia, etc etc...
Non e' facile uscirne, per me e' un problema talmente radicato che personalmente non vedo nessuna reale possibilita' d'uscita. Ed infatti se non sto piu' li questo e' uno die motivi principali. Mi sono detto: Se mi va di lusso vivro' 80-90 anni, per quale motivo devo perdere tempo in qualcosa che tanto non succedera' mai? Mi prendo quello che reputo (per me) meglio, e al diavolo il resto. Chiamatelo egoismo o quello che volete, io interpreto la cosa in modo differente, cioe' che al destino, al caso, si puo' combattere e si puo' scappare e cambiare le cose (almeno proprie..). Anyway, ho divagato.. vado a ritirare Pulitzer e se non lo danno a me faccio come va di mod ain Italia in questo periodo per i Nobel, che ogni giorno c'e' uno sul giornale che si lamenta perche' quello della Scienza e' andato non a un italiano, quello della letteratura pure, etc etc... mi sembra di sentire quellic he dicono, "da noi si mangia maglio", "noi ci vestiamo meglio", noi siamo il Bel paese" (titolo autocelebrativo fantastico...!), "il calcio d anoi e' meglio"..e potrei continuare all'infinito...
C'Mon mereu....
;-)
massimo
Massimo, non so se l'elettorato in Italia non sia ancora maturo, è che guarda troppa tv, cosa che fanno anche gli inglesi, solo che da noi, come sai di certo, c'è una persona che è proprietaria di tre canali, che di strategie di comunicazione qualcosina ne sa e che però è anche seduta nella poltrona che per molti anni ha accolto le terga di quel tizio che dice che a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca sempre.
Morale della favola: in Italia c'è molta disinformazione, e dunque quali mezzi hanno gli elettori per distinguere se le scelte prese sono per il bene del paese o per il bene di una cricca di amici?
Eravamo il Bel Paese, ora stiamo diventando formaggio marcio.
Intanto l'IBM ha scelto la Sardegna per un suo nuovo progetto di ricerca.
Quando è che si capirà che bisogna investire in conoscenza, e che il maestro unico andava bene perché non si conosceva niente di meglio?
We love Assemini, c'mon Mereu!
Ho letto l'invito di G Brown a seguire il suo esempio che ha fatto oggi attraverso il Times. Poi sono andato sul Corriere della Sera ed ho letto che il nostro Governo era intento a salvare i manager amici coinvolti in scandali. non ci sono solo 2.000 Km. di distanza con la Gran Bretagna, ci sono 400 anni di storia che ci separano.
Enrico
Caro Roberto, ho letto con interesse la ricerca che hai linkato. Devo dire che ci sono alcune considerazioni che non sono riportate in quella ricerca, ad esempio che la Tv tradizionale e' per l"italia la RAI, con nanie ballerine, mentre per l'Inghilterra e' la BBC e al massimo ITV. La differenza e' sostanziale, non solo di qualita'. Voglio dire, da noi i canali "tradizionali" sono 5 e se non hai satellite quelli vedi e basta. Da voi, coem ben sai, con antenna tradizionale vedi gia' un centinaio di canali... impressionante e' la differenza tra libri, uso di internet, cinema,e tc etc... ed anche qui se entriamo sulla qualita' siamo veramente su binari differenti... anche s eil confronto fosse solo tra Corriere e Times.... figuriamoci il resto!
Quello che volevo dire e' che l'elettorato e' quello che produce questa politica e viceversa. Sono uno figlio dell'altro e non possono staccarsi uno dall'altro. Oggi coem ieri, a destra come a sinistra. Come dice Cusin nel suo libro (fosse vivo mi dovrebbe passare una percentuale...;-P), e' un problema culturale, che arriva da lontano. Lui e' andato indietro fino alla storia romana e le sue conclusioni sono pessimistiche. Eppure (nel 1952, quando e' morto) non ha sicuramente pensato (specie perche' appena usciti da una guerra pesante) che solo 50 anni dopo la situazione sarebbe peggiorata anziche' migliorata. Per me, poi, la delusione maggiore arriva dalla sinistra, dai suoi politicie elettori, perche' degli altri (come dice il loro idoloe capo) "me ne frego".. :-)
Un saluto
Massimo
Caro Enrico, ho letto proprio pochi minuti fa l'intervista a Brown sul Times, che l'ha messa in prima pagina intera e dove invita il Mondo a seguire il suo esempio e la sua soluzione. Devo dire che e' un pezzo di alta politica e che ora rittaglio e conservero'. Per chi volesse leggerlo puo' andare nella home page del times
http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/columnists/guest_contributors/article4916344.ece
Ok, poi ci torno, garantito, ma per adesso vorrei solo buttare li una provocazione: Basilio, prova a chiedere a Massimo se nel panorama italiano, inteso in senso ampio, c'è qualcuno che come pubblico amministratore, lui ritenga aver attuato un approccio simile a quello di Brown?
Giro la domanda e scrivo la rospsta in buta chiusa
si che c'e', ma lo odiano tutti gli italiani...il che la dice lunga.
la risposta l'avete capita....;-)
Io non sicuro di aver capito bene, ma un'idea ce l'ho. In ogni caso, quello che volevo segnalare è la dicotomia sul fatto che esaltiamo il decisionismo estero ma soffochiamo quello che reputiamo troppo vicino a noi, a prescindere dalla valutazione sulla genesi e sui fini dello stesso. Preferiamo una brutta rappresentazione della democrazia finalizzata alla pura spartizione del potere, con nessuna cura dell'interesse generale a una azione anche decisionista, ma che è chiaramente orientata nella genesi e soprattutto nei fini, dalla tutela dell'interesse generale.
In Italia piace il decisionismo che non decide. Questo e' il problema.
Ritorno sull'argomento cattiva informazione/pessimo elettore. So bene che c'è una bella differenza qualitativa tra la BBC e la nostra TV. I dati della ricerca che ho linkato mi servivano solo per ricordare che gran parte dell'opinione pubblica in Italia deriva da quello che si vede in TV, la quale sappiamo tutti che anomalia si porti dietro da anni. Massimo, con questo non voglio giustificare la sinistra, con la quale seu a prima, ma solo mettere in evidenza come la comunicazione abbia un forte peso nell'indirizzare le scelte delle persone.
E questo lui, l'unto del signore, lo sa. Lo sapeva benissimo quando in occasione della sua scesa in campo mandò a casa di molti milioni di italiani quella sorta di novelladuemila familiare nel quale raccontava la sua storia di uomo di successo.
La comunicazione non è così importante? Per restare in ambito web, date un'occhiata a questa ricerca e ditemi: è un caso che Di Pietro abbia il sito con uno dei punteggi più alto e che oggi diversi commentatori politici lo indichino come la vera alternativa a Walter?
Per quanto riguarda il decisionismo, sono d'accordo con Roberto. Lo abbiamo in casa e molti lo detestano, senza guardare oltre, senza valutare che i benefici di certe scelte si raccoglieranno nel lungo periodo, sempre che ci sia continuità, senza che quello che arriva dopo sciusciara su muru giai mesu pesau.
Weloveassemini, c'mon mereu
Posta un commento