venerdì 24 ottobre 2008

diario politico

Detto che sul l'anonimato non vi seguo più, troppo frivolo l'argomento per i satiri e acido per i pavidi, oggi da l'insediamento della giunta Mereu sono stato per la prima volta in consiglio. All'ordine del giorno "comunicazioni urgenti sui danni da alluvione" in sintesi. Il sindaco non ha potuto presenziare perché impegnato a Capoterra in un vertice coordinato dal prefetto. Ho constatato con piacere che le presenze in platea erano di gran lunga inferiori e quelle tra i banchi istituzionali, più ho meno è questa, mi spiegavano, l'attenzione media dei cittadini ai lavori del consiglio, a significare che non c'era un emergenza cittadina da affrontare. I presenti tra il pubblico erano tutti addetti ai lavori o ex, come me. Dopo l'introduzione del presidente che , sicuramente per problemi tecnici era difficilmente intellegibile, è seguita una corposa relazione dell'assessore ai LLPP, un oretta è andata, mi sono detto - ora interviene uno per gruppo si prende atto che ci è andata bene ma non bisogna abbassare la guardia, ecc. -. Invece no, intervengono tutti, per carità tutti hanno qualcosa da dire che merita di essere ascoltato, ma rimane forte l'impressione che ci sia qualche legame tra questa prolissità e il disinteresse dei cittadini ai lavori in aula. In particolare mi ha impressionato che per il PD che garantiva sei presenze in aula, intervenisse con il terzo consigliere e mancavano ancora il capogruppo e due consiglieri di peso. Sarà pure una forma di democrazia, ma immagino che non sfugga a nessuno che ci sia qualche difficoltà a fare sintesi. Ho rimproverato benevolmente qualcuno dei nostri sull'assenza di informazioni dal palazzo e non credo di avere sortito effetto alcuno. Staremo a vedere, intanto se può essere utile informo i commentatori di questo foglio che da quelle parti prestano una attenzione immeritata. Domani alle quattro e mezzo al bastione il professor Coroneo terrà una lezione sui beni culturali, un occasione eccellente per dimostrare a chi di dovere che la scuola siamo anche noi, come l'Italia del resto, nel bene e nel male.
Buonanotte 

10 commenti:

Anonimo ha detto...

non so quanto è durata questa settimana, sembra essere finita martedì. Dalla mattina di mercoledì, è stato un correre tra strade ancora semi allagate, persone che spalavano fango dalle loro case e piangevano quei pochi beni che avevano sognato e un giorno sono riusciti a possedere per vederseli portati via dall'acqua, senza poter fare altro che preoccuparsi di salvare qualcosa di ben più importante. Era strano continuare a fare il mio lavoro, con la mia macchina nell'interland di Cagliari, e vedere la ragazza che piangeva sulla sua piccola decapotabile comprata due mesi prima, accartocciata sotto un'altra auto anch'essa trascinata dalla piena e sbattute entrambe fino ad incastrarsi l'un l'altra nel portale di una casa dove si spalava fango. Una persona che incontro sempre per lavoro, mi ha detto che Capoterra i familiari dell'ultimo disperso vanno ancora ogni giorno in comune nella speranza di avere notizie confortanti, e anche che aiutando un suo amico a liberare la casa da un metro e ottanta di melma, hanno tirato fuori un cavallo travolto e ucciso dal fango e di un'altra persona che hanno tirato fuori all'ultimo momento prima di essere travolto nel tentativo di salvare i suoi cani e non riusciva a darsi pace per non esserci riuscito. In tutto questo "sentire" non si è sentita nessuna voce dire "mi assumo la colpa di aver distrutto dissennatamente il territorio, nemmeno quella di Ignazio Artizzu, che lunedì sulla stampa locale accusava la giunta regionale di bloccare lo sviluppo edilizio di Capoterra.

Basilio Scalas ha detto...

Lo stesso Artizzu ha chiesto qualche giorno dopo il commissariamento del comune di Capoterra. Il personaggio si conferma come uno dei squallidi figuri prodotti dalla politica derivata dal giornalismo. Gli auguro tutto il peggio possibile.

Anonimo ha detto...

Sulla stampa nazionale, la tragedia che ha investito Capoterra in primis, Sestu, Monserrato e Pirri, nell'ordine, non ha minimamente l'attenzione, che la gravità dei fatti, sotto diversi punti di vista sarebbe utile prestare. I politici, sono impegnati su fronti ben più gravi. Il ministro dell'interno, è sempre molto attento alla questione sicurezza, vista la presenza di cittadini stranieri nelle nostre città, non tutti sono un pericolo, solo quelli poveri, che battono le strade per vendere cianfrusaglie, cercando di mandare dei soldi a casa. Però questi cittadini possono essere molto utili in altre faccende, per esempio, il ministro Maroni, pare, abbia una passione per i massaggi. Io conosco Alì, un ragazzo senegalese che fa l'aiutante, non è esperto di massaggi, ma lavora con Enrico che fa il giardiniere. Alì è alto un metro e novantadue, non è capace a fare i massaggi, ma Enrico dice che con quelle mani potrebbe fare a meno di usare la vanga, anzi forse la sua mano è più grande. Io penso che un bel massaggio di Alì al centro della schiena di Maroni sarebbe molto salutare, forse non alla sua schiena ma al suo cervello. Una cura si potrebbe trovare anche per il presidente del consiglio, che si vanta di essere sempre assettato di sesso, in questo caso il massaggio di Alì, verrebbe praticato non con le mani ma con un'altro attrezzo di cui in proporzione all'altezza dovrebbe essere ben fornito e non alla schiena, ma al fondo schiena. Pertanto il Presidente può cercare di Alì il massaggiatore, ne rimarrà molto soddisfatto.

Roberto Spina ha detto...

Dopo tre giornate spese secondo lo schema: 12 ore continuative al lavoro per tentare di alleviare i disagi dei cittadini e 12 a cercare di recuperare dalla spossatezza, vorrei segnalarvi un mio commento che forse è passato inosservato, per quanto si sia rivelato purtroppo, molto tempestivo. L'ho scritto infatti martedì notte, quando ancora non aveva iniziato a piovere ed è l'ultimo commento al diario politico del 20 ottobre. Non potevo immaginare, né avrei voluto, argomenti così concreti a supporto di quei ragionamenti. E ora mi chiedo dove siano i vari Mauro Pili, La Spisa, e compagnia, ma anche tanti del Centro sinistra, dove sono quelli del partito del mattone a tutti i costi sulle coste, dove sono quelli che protestavano perchè le Amministrazioni comunali tornino ad essere padroni incontrollabili della pianificazione, come sono state negli ultimi 15 anni (e tra questi il Sindaco Mereu - vedi intervista pre referendum). Riesumo un concetto che ho già espresso su questo blog: l'amministratore locale, nel momento decisionale, ritiene di aver davanti un solo interlocutore: l'imprenditore, e ritiene di doversi relazionare solo con lui, che è portatore di un interesse particolare, prettamente economico. Non si rende conto che in quel contesto c'è un convitato di pietra, una presenza, ancorchè non fisica, ben più importante: quella dei suoi amministrati, che sono portatori di altri interessi, non meno importanti, quelli alla sicurezza e alla dignità, per esempio ma non solo. Ma non sono li in quel momento, non possono far sentire la propria voce. Quelle voci le sentono oggi, dopo le distruzioni. Ricordo un convegno al CIS di circa due anni fa, in cui alla richiesta di rispettare il principio costituzionale di sovranità dei comuni sul loro territorio, Renato Soru ha risposto che quel principio comporta anche un dovere di adeguatezza, che è esattamente quella che non hanno saputo dimostrare molti amministratori comunali.
Chiudo con qualche parola sugli anonimi e sul loro significato: mi chiedo, come componente di una comunità, se per la comunità stessa sia meglio che esistano spazi di discussione o no. Mi chiedo se sia meglio che questi spazi siano vissuti e partecipati o no. Mi chiedo se sia meglio che ciascuno provi a dare il meglio del proprio contributo o dobbiamo lasciare gli amministratori nel silenzio, senza che sentano la voce della propria comunità, fermo restando che rimane in capo a coloro che sono incaricati (pro tempore) di amministrare la responsabilità piena, totale e legittimamente riconosciuta, delle decisioni, di cui saranno chiamati a rispondere. E allora, anonimi, smettetela di fare almeno quì la politichetta da marciapede e cominciate ad essere componenti un pò più degni di una comunità.

Anonimo ha detto...

non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell'indice dow jones,ne i successi del paese sulla base del pil .il pil comprende anche l'inqinamento dell'aria,la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgomberare le nostre utostrade dalle carneficine dei fine settima. il pil mette in conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cecano di forzarle.il pil non tiene conto della salute delle nostre famiglie,della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago;non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei nostri valori familiari,l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti;non tiene conto della giustizia dei nostri tribunali,nè dell'equità del rapporto fra noi.il pil non misura la nostra arguzia ,nè il nostro coraggio;nè la nostra saggezza;nè la nostra conoscenza,nè la nostra compassione,nè la devozione al nostro paese.misura tutto in chiave economica,eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta.può dirci tutto sull'america,ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani.

los angeles 6 giugno 1968
robert kennedi

quello che è successo ha fatto e stà facendo economia ma ne siamo orgogliosi?

Anonimo ha detto...

per problemi tecnici non ho potuto nfirmare il pezzo di prma
MARCO

Anonimo ha detto...

Il pezzo di Roberto del 20 ottobre non è passato inosservato, al contrario credo che il silenzio su quel commento sia stato espressione di grande difficoltà da parte di chi è solito commentare su questo blog, ma ritengo abbia creato un senso di forte disagio anche ad alcuni che sono soliti limitarsi a leggere.
Mi limito ad alcune riflessioni:
1. costruire è probabilmente dal punto di visto dell’imprenditore economicamente più proficuo che restaurare;
2. un piano urbanistico improntato prevalentemente sulla qualità degli interventi riduce la speculazione edilizia;
3. non si può dimenticare che ad Assemini la Lobby dei proprietari terrieri e degli imprenditori ha avuto sempre un notevole peso politico, capace di condizionare, all’occorrenza con accordi trasversali, i vari governi che si sono succeduti;
4. le stesse proposte di piano urbanistico che andranno a scontrarsi in questo consiglio comunale saranno frutto delle pressioni dell’uno o dell’altro gruppo di potere e la mia impressione e che le maggioranze che verranno a costruirsi dentro e fuori il consiglio saranno trasversali;
5. un tempo lo scontro sugli strumenti urbanistici viveva sulla dualità correlata all’indice di edificabilità, lo scontro avveniva sulla necessità da parte di alcuni di agevolare l’edilizia popolare e da parte di altri di salvaguardare il potere economico dei latifondisti. Oggi che le cooperative rosse sono scomparse il problema neanche si pone( anzi per la verità non sono scomparse hanno però modificato le loro finalità).
A sinistra e a destra le pressioni forti hanno la medesima finalità e il medesimo obiettivo: il PUC non come strumento di salvaguardia e di sviluppo razionale del territorio ma il PUC come strumento di aggressione edilizia da piegare ai bisogni dei nuovi e vecchi ricchi.

6. Molti danni al territorio sono già stati causati. I fatti drammatici di questi ultimi anni non sono solo da ricondurre ad un calamità naturale, ma ad uno sviluppo edilizio non razionale che ha creato violenza ad alcune peculiarità naturali del suolo, alterandone percorsi e vie di fuga, e ignorando i rischi dissesto idreogeologico.

La mia convinzione è che non a caso Sestu, Capoterra e Assemini hanno un comune denominatore: i danni verificatisi sono conseguenza di uno sfruttamento edilizio del territorio oltre la soglia della sua naturale sopportabilità.

Questo oramai dovrebbe essere il principale argomento di discussione, ma la mia impressione è che tale constatazione, pur essendo ben presente nella classe politica locale, sia vissuta come un prezzo da pagare in nome della salvaguardia degli equilibri politici.

Anonimo ha detto...

Il commento precedentemente è il mio.
Ci deve essere qualche problema nel funzionamento del blog, non riesco a trasmettere i messaggi con l'indicazione del Nome.
A meno che non ci sia detro una precisa scelta editoriale.
Francesco.

Massimo Usai ha detto...

Non trovo grossa simpatia per molte cose ultimamente, dagli studenti in piazza ai danni dell'alluvione... sono cinico (forse), ma certe succedono perche' si creano le condizioni perche' succedano.
La riforma della scuola non puo' sorprendere e non puo' scandalizzare. E' la naturale conseguenza della curva culturale del paese, che senso ha protestare? che senso ha essere le stesse persone che protestavano quando le riforme le faceva Berlinguer?
Sull'alluvione e sull'irbanistica conseguente, tengo lo stesso discorso, lo stesso filo conduttore. Ho avuto in mano l"Unione Sarda del giorno dopo la pioggia torrenziale, ho letto 3-4 articoli, poi ho buttato il giornale nel cesso.
Articoli scritti male, interventi alla cavolo di cane, l'esigenza di inserire i nomie cognomi del carabiniere coraggioso o del cittadino che ha salvato un'oca o un coniglio.
L'esigenza di esibire se stessi e non un solo discorso generale o di riflessione o anche solo per dire: "fa parte del prezzo che dobbiamo pagare per aver quello che abbiamo. e' successo, pazienza, andiamo avanti".
Perche' non ha senso alcuno questo piangere, non ha senso alcuno ora discuttere di strateggie perche' non succeda mai piu'. C'e' solo una soluzione per questo: Passare con una ruspa, radere tutto al suolo, deportare i sardi in svizzera e alcuni svizzeri in sardegna e ricostruire tutto da capo.
Tutto il resto e' noia, inutile e patetico.
Assemini ha una lobby di costrutori che non ha mai fatto nulla di speciale, solo costruzuioni esteticamente orrende, nessuna strategia neppure economica dietro ed ha gestito alla cavolo di cane perfino la politica locale, dannegiandosi da sola piu' che costruirsi le basi per fare anche piu' soldi.
Corrego Roberto Spina quando dice che l'amministratore locale ha davanti solo un interlocultore e quello sarebbe il costruttore di turno e non il cittadino.
Ebbene io quasi quasi dico che se fosse cosi sarebbe gia' una bella cosa. Perche' cosi non e'.
L'amministratore locale se si confrontasse con il cittadino sarebbe un dramma totale, ma la verita' e' che si confronta solo con se stesso.
Abbiamo generazioni di Amministratori convinti di sapere tutto di tutto. Dei tuttologi incredibili, abbiamo giornalisti che diventano tali dopo tre articoli sulla stampa locale grazie all'amico che gli da spazio sulla cronaca, cosi come politici che hanno uan base solida da "bar dello sport" e di bisticci nella via dove abita e crede che quella sia una base politica solida per andare a fare politica.
Abbiamo gente che parla di urbanistica, sociologia, teatro, cultura, etc etc.. avendo alle spalle diplomi improponibili o anche meno. O laureati che sono convinti di essersi laureati a Oxford e per giunta in tutte le materie disponibili!
Questo e' il motivo per cui io dico che l'unica soluzione possibile e' che esiste un PUC, bello o brutto non ha alcun senso. Bisogna avere un PUC " e sperare nel caso", tutto li... come ha fatto Capoterra, solo con la consapevolezza che poi, se succede qualcosa, non si pianga troppo, ma si puliscano le strade, si sepelliscano i morti senza troppi moralismi di sorta.
Si deve capire che la situazione nelle aere in particolare del campidano intero, sono dramaticamente compromesse, in tutti i sensi le guardiamo. Alle volte ci illudiamo che si possa fare questo o quell'altro, la verita' e' che abbiamo 50 anni, guardiamo a 30 anni fa e non vediamo differenze, non c'e' stato un passo avanti. Quelloc he e' successo nel nostro territorio negli ultimi 100 anni e solo la coda di evoluzioni del Mondo, che toccano in parte ultraminima il nostro territorio.
Non invito alla rassegnazioen totale, non sto dicendo che bisogna tutti suicidarsi, ma sarebbe un grosso passo avanti che ci si prenda meno sul serio e che i politici (di oggi, del passato e del futuro) capiscano che sono nulla, non contano nulla e nulla potranno fare di cosi clamoroso.
Quindi il discorso di Roberto e' bello, interessante, le osservazioni di Francesco pure, ma....ma non servono a nulla. Sono parole inutili perche' il territorio, la struttura culturale del luogo, non percepisce neppur lo 0,5% di questi discorsi e sono energie inutili da sprecare. Il Mondo non si ferma ad Assemini e sarebbe utili che queste enerigie e idee si usino per dove possono essere usate. Siamo sinceri con noi stessi e lo siano chi governa. Se capissero il loro reale valore e il loro reale ruolo, starebbero bene loro stessi per primi e non perderebbero tempo a scrivere post anonimi sul blog per offendere questo o quell'altro.


(Un triste e deluso Massimo che si appresta a preparare una festa di "liberazione" in casa questa mattina per pranzo...)

Massimo Usai ha detto...

x Francesco e le tue osservazioni sulla firma.
Il problema e' che bisogna inserire il nome e anche un URL, uno qualunque. Oppure registrarsi. Non e' una scelta editoriale, ma e' uan modifica stabilita dalla piattaforma Blogspot che ospita questo spazio.
Ad ogni modo stiamo preparando un nuova versione di Assemini Futura, che speriamo sia attiva prima di natale. Piu' semplice da usare e piu' carina sotto l'aspetto visivo.

Ciao