mercoledì 7 gennaio 2009

diario politico

Credo che Roberto mi sopravvaluti parecchio se pensa sinceramente che sia in grado di elaborare una proposta alternativa per il centro sinistra. A malapena riesco a tenere insieme i cocci di un'idea di militanza che ogni giorno di più fatico a considerare onestamente utile. Intendo utile come il lavoro del netturbino, la pazienza degli infermieri, la sapienza del contadino. A giorni il trambusto attuale sarà veicolato sapientemente da due maghi del marketing e tutto sarà più normale, il prodotto elettorale prenderà il sopravvento sulle residue velleità politiche di chicchessia e un paio di facce accompagnate da slogan intercambiabili saranno l'unica merce circolante.
Buonanotte

5 commenti:

Massimo Usai ha detto...

Io batto il chiodo su un punto che non capisco perche' susciti tanto scalpore: "I due maghi del marketing".
In politica, come nella vita anche normale, serve sapersi promuovere. In teoria, ma anche in pratica, non si puo' comunque promuovere niente se non ce' niente di interessante alla base.
Senza MArketing non sarebbero mai stati sui libri di storia neppure Giulio Cesare. la promozione di un prodotto, di un politico, di un pensiero, e' sempre stata basilare fin da quando esiste l'uomo.
Nel caso specifico, dico che Soru e' probabilmente "un prodotto" che puo' essere valorizzato, perche' dietro al sua faccia ci sono idee, iniziative, intraprendenza... che piacciano i meno, a poco importanza.
E' altresi' chiaro che non tutti possono essere appettibili per una promozione di marketing. Ed i motivi sono tanti, ma mai possono essere banali. perche' il marketing e' una materia che richiede studio e preparazione, ci sono Universita' con le contro palle dove facolta' di ingegneria o altre che conoscete bene, sono di una facilita' incredibile al confronto.
Insomma, la materia e' complessa sul serio e non e' per nulla nuova, anzi.
Una Campagna elettorale e' anche questione di marketing, lo e' a livello di paesello tipo assemini e lo era (anche se in forma differenti) ai tempi remoti, tipo anni 50, 60, etc etc... erano forme diverse, ma sempre di marketing stiamo parlando. Poi a fare il lavoro ogni persona si affida a chi puo', alle volte il fratello oppure un stampatore di volantini locale che gli suggerisce lo slogan.
Ma ripeto, se alla base non c'e nulla, nessuna campagna di marketing funziona.
Ad esempio , uN Cabras funzionerebbe spinto bene da operazioni simili? io credo sinceramente di no.
Su Soru voglio dire, perdera'? non so, non e' che non ci dorma la notte. ma di certo ha molte possibilita' di vittoria come di sconfitta. Ma si gioca molto in queste elezioni. Sia per Destra che Sinistra e' una carta importante. Se la Destra perde, dopo tutta la campagna (di marketing?) enorme che hanno fatto in 4 anni anche con al collaborazione dei DS, sarebbe un calcio nei denti che poterebbe avere ripercursioni anche nazionali, se perde Soru sara' comunque uan sconfitta piu' dei DS che di Soru. Se vince? chi vince? Vince Soru. I Ds sono comunque all'angolo e sconfitti. Perche' certi atteggiamenti, certi uomini, l'hanno affossato completamente. E sono sconfitti anche quelli che sono convinti di vincere ora in Sezione e al partito anche ad Assemini, stando dalla sua parte non solo oggi in campagna elettorale, ma anche ieri.
E' proprio l'idea dei Ds che e' nata morta, sconfitta e sepolta. Perche' non ha saputo cogliere veramente cosa serviva, che non erano lotte antiche e inutili di classe, tipo come i rifondaroli invoccano, ma era essere moderni, scattanti e nuovi sul serio. Ma con questa gente e' francemente impossibile, rendiamocene conto.

Max

Roberto Spina ha detto...

Basilio, sei tu che ti sottovaluti. E poi noi siamo gente semplice, siamo popolani. Non ti chiedo mica una analisi tecnica approfondita, io sono contento se mi racconti come vorresti che fosse la tua amministrazione ideale, ma così, come ti viene dal profondo, di pancia, direi.

Anonimo ha detto...

Ragazzi ci siamo,
mancano 37 giorni al voto.

Le tipografie sono al lavoro, i materiali iniziano ad arrivare
in tutta la Sardegna.

Bisogna mobilitarsi, soltanto un movimento di cittadini
consapevoli e informati potrà far fronte alla campagna
della destra e dell'Unione Sarda.

Loro puntano solo sull'aiuto di Berlusconi;
noi porta a porta, casa per casa, paese per paese.

Trasformiamo il sostegno virtuale in sostegno reale!
Registratevi su http://volontari.renatosoru.it
Basta un'ora di disponibilità anche solo per portare
un volantino ai vicini di casa.

Siamo noi a cambiare le cose. Se vogliamo.

Grazie

Anonimo ha detto...

ci son più cose che mi son piaciute
sul piano organizzativo il risanamento del bilancio (soprattutto in
campo sanitario, merito di gumirato), i finanziamenti all'istruzione e
alla ricerca (soprattutto master&back e il potenziamento di sardegna
ricerche) e naturalmente il piano paesaggistico.
non ultimo aggiungo anche il piano per la metro e i treni. era da
decenni che in sardegna non si investiva un soldo sui collegamenti
ferroviari, e il risanamento dell'arst dopo lo scandalo ranno.
sul piano politico c'è la grande enfasi messa sul sardismo e sulla
lingua sarda, sull'importanza del sapere e della conoscenza, un
impianto idealistico molto vicino al pensiero di gramsci.
aggiungo che era da metà anni 80 che non c'era un nuovo piano sanitario regionale.
L'atteggiamento della regione nei confronti dello stato centrale, l'assenza
di sudditanza insomma, cosa che riprenderebbe immediatamente laddove il
nuovo governatore fosse uno col tatuaggio di berlusconi su una chiappa!
A seguire la riduzione della spesa pubblica, non da poco, anche se non
percepita direttamente dalla popolazione è la base per avere più
indipendenza economica poi.
Politiche della sanità e dell'istruzione, ben avviate.
Insomma "Meglio Soru, meglio la Sardegna"

Roberto Spina ha detto...

Dal blog di Giuseppe Civati:


Un altro ciak per il Pd, lettera aperta a Walter Veltroni

Chi vuole, ovviamente, può sottoscriverla.

Caro Walter,

pubblico e critica, concordemente, ci dicono che per il Pd la 'prima' non sia stata 'buona'. Ci vuole uno stop (sonoro) del regista, e un altro ciak. Una nuova sequenza, in cui si respiri quella volontà di cambiamento di noi stessi e della politica, soprattutto, che si era percepita nel progetto che avevamo coltivato fin dalle primarie e che si era manifestato in campagna elettorale. Ci vuole un salto della rana, uno strappo o, per rimanere in metafora, un flash forward, che ci parli del futuro. Il nostro e quello del nostro paese, all'insegna di una politica che guardi dritto negli occhi quello che abbiamo davanti. E' così difficile pensare ad un partito che parta dalle proposte di Pietro Ichino e Tito Boeri e lanci una grande campagna per la riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali? E' così difficile fare del Pd un luogo in cui figure come quella di Soru, con le sue battaglie per la difesa del territorio e della sua dignità, si sentano a proprio agio? E' così difficile immaginare un partito che discuta e prenda in seria considerazione, così ci auguriamo in tantissimi, la proposta di Ignazio Marino per il testamento biologico? E' così difficile pensare ad un partito che raccolga la sfida della qualità dell'ambiente e dell'innovazione, dando una scossa di energia pulita e rinnovabile al nostro paese? E' così difficile credere in un partito che faccia propria una proposta politica che finalmente interpreti i cambiamenti a cui stiamo assistendo, dai nuovi poveri ai nuovi 'italiani', che hanno trasformato profondamente la nostra società? Credo che tu sia d'accordo con me, ma nel prossimo periodo queste cose devono accadere, e non soltanto essere rappresentate. E per farlo ci vuole un partito che lo sia davvero, una sede politica a tutti gli effetti, perché negli ultimi tempi dal partito liquido siamo passati al partito gassoso, volatile quando non esplosivo (sarebbe meglio dire, implosivo, per la verità). Ci vuole organizzazione - in senso democratico, e non partitocratico, ovviamente - ma ci vuole, a cominciare dalla semplificazione degli organismi nazionali. Ci vuole un governo ombra più illuminato e presente, perché, dispiace dirlo, lo è stato molto poco. E ci vuole anche un percorso trasparente e coraggioso, nella proposta politica e nelle figure che la rappresenteranno, perché le prossime europee siano l'occasione per il nostro secondo ciak. Perché il progetto del Partito Democratico rimane necessario, in un'Italia che era in crisi prima della crisi, in un paese che si è stancato anche di stancarsi di se stesso, e che sembra ormai una caricatura, di quelle che non fanno ridere. Ci crediamo ancora, e sono tanti i giovani pronti a dare un proprio contributo. Non per fare carriera, come dicono alcuni, ma per dare speranza. A tutti noi.