martedì 3 marzo 2009

diario politico

Prosegue con la dovuta calma la discussione sul puc nel blog Spano, da cui sono spariti meritoriamente Medau su Cramu e il "Grazie Renato" che ha resistito fino alla vigilia dello sciopero dell'Unità, appena in tempo. Forse è un bene non affannarsi troppo, dal momento che ho l'impressione che avremo parecchio tempo per sviscerare l'argomento puc, altro che pensiero veloce, globalizzazione, mercato o ritorno ai futurismi. Nessuno sa meglio di noi che per farle bene le cose bisogna evitare la fretta, mezzo mese per contare i voti, un anno per eleggere un segretario cittadino, un lustro per un piano urbanistico. Questa dilatazione temporale si pasce nell'humus di una comunità che bene si è adattata al suo carattere di palude a cui un ingeneroso destino geografico l'ha condannata. Unica increspatura a pelo d'acqua di questi giorni, la drammatica rottura tra l'assessore e il consigliere di Fortza Paris, meglio di niente, il sindaco investito della questione non si è scomposto, ha preso tempo.
Buonanotte
  

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Buongiorno Basilio,
Ho letto il testo di Baricco che tu hai consigliato qualche giorno fa. Condivisibile e al tempo preoccupante. Mette problemi veri e seri. Per la cultura e per gli operatori della cultura, per la sopravvivenza dell'una e degli altri. La cultura pubblica (quella di teatro, di musica, di cinema, di musei, quella di molteplici generi artistici, quella di frontiera, di periferia, e di quel mondo di attività culturali che si svolgono nelle piazze, nei teatri, nelle sale di quartiere, e non "nei salotti buoni") per intenderci quella sostenuta da finanziamenti pubblici, xché altrimenti non si riuscirebbe a farla, a mio modesto parere va difesa. Non credo sia appropriato, perchè troppo onerosa, cederla al privato, che in visione aziendalistica farebbe una severa ristrutturazione. Nè può bastare affidarsi alla televisione per veicolarla, e alla scuola per assicurarne la diffusione e la conoscenza. Chi sosterrebbe questa linea di attività e annessi operatori, lavoratori?? Selezionare certo è utile, e anzi al punto cui si è arrivati è ormai inevitabile, però confidare nell'intervento del privato, come avviene nell'editoria dei libri significa affidare la cultura al mercato!! L'editoria dei giornali del privato si regge se persegue, insieme alla finalità dell'informazione e dell'utile aziendale, altri scopi: l'editoria dell'imprenditore, del politico Berlusconi è emblema di questo. Con l'informazione controllata, si assicura il consenso, alla lunga si isola il dissenso, si affievolisce la consapevolezza e il libero pensare.
La missione di informazione di una testata giornalistica si scontra/confronta con la "fortuna" aziendale dell'editoria dei giornali, che non è garantita: i giornali, soprattutto quelli che si rivolgono a sinistra, alternano salvataggi e ricapitalizzazioni ormai da decenni!!! L'Unità di Soru è l'ultimo caso... e purtroppo non sarà neppure l'ultimo. Talvolta non è solo fortuna, ma anche riscontro di pubblico o responsabilità aziendale.
Baricco pone un problema vero: l'esigenza di selezionare nella miriade di variabili di associazioni, fondazioni e compagini culturali e delle loro proposte e linee di attività: Però ne sorge subito un altro: chi seleziona i selezionatori?
E poi la soluzione che coinvolge la televisione e la scuola si regge? e soprattutto la scuola è pronta per questa ulteriore missione e responsabilità?

Consapevole che non è il mio campo, propongo queste riflessioni, perchè la proposta selettiva di Baricco, mi sollecita la preoccupazione verso gli operatori-lavoratori. In questo Baricco riesce a sopravvanzare anche gli interventi selettivi operati dalla amministrazione regionale. Questa nuova che si insedia sarà più benevola?
E la scuola xché possa pervenire attraverso la conoscenza e la formazione culturale, anche al ruolo di veicolo e baluardo della democrazia, da sola non ce la fa. Ha bisogno del ruolo vigile del cittadino, che si informa e che si forma anche attraverso lo spontaneo fermento culturale diffuso. Su questo difficilmente il privato investirebbe...
A presto Basilio, come vedi non ho soluzioni... però il "ponderoso" articolo, interessante, inquietante e ricco di spunti di Baricco l'ho letto.
Non ti spaventare per la ponderosità di qualche articolo che occhieggi sul blog del Circolo Spano: la sintesi richiede esercizio e chi scrive ci prova ma non sempre riesce a essere breve, e insieme propositivo.

Anonimo ha detto...

ho sbagliato nell'invio e ho omesso la firma del post su Baricco.
scusa,
ignazio nioi

Anonimo ha detto...

Meglio
Assoluto
soRu
fIne
sardegNa
Elezioni
Totalitarismo
fuTuro
I
siamo ai cento anni (forse)dal manifesto di marinetti.
la mia sensazione è che si ripropongano le stesse condizioni.
per questioni di tempo le ripropongo più avanti ma la citazione del futurismo mi sembra appropriata
marco

Anonimo ha detto...

il futurismo fu una di quelle correnti artistiche che alimentò il totalitarismo russo e il fascismo ritenendo che bisognava distruggere tutto il vecchio e affidare il riscatto dell'umanità alle nuove tecnologie e alle nuove arti.
Marinetti commentava le critiche facendosi accompagnare dagli artisti più robusti che conosceva, perchè la discussione andava alimentata da robuste risse per convincere i riottosi.
ora il nostro futuro si concentra sulle nuove tecnologie la conoscenza e la salvaguardia della natura.
Soru ha incentrato la sua campagna elettorale su questi argomenti e i dubbi espressi sono stati manganellati(metaforicamente) dai suoi sostenitori,non tutti veramente,compreso la neccessità di eliminare fisicamente tutti i vecchi politici.
il voto ha livellato tutto,infatti in democrazia il voto si analizza,mentre nelle dittature si giudica,il voto di gramsci fu giudicato con 20 anni di galera.
e trovo razzista giudicare i votanti in italia,o in sardegna,mentre nelle altre democrazie vengono giudicati i votati.
quindi mi rimetto all'esperienza dei buoni vecchietti come d'alema che dice"in sardegna le forze che si oppongono al governo berlusconi sono il 57% solo che non si sono messi d'accordo".
ora il problema è salvare la grande mobilitazione morale innescata da soru e conciliarla con la assoluta neccessità di trovare un accordo con tutti senza cacciare via nessuno,ma trascurando le posizioni dei passionari della purezza,solitamente molto più vicini ai fascisti che alla democrazia.e per citare un'altro vecchietto,Lucio Dalla,"se fossi solo ottimista o solo pessimista sarei tonto".
magari anche i vecchi della politica possono dire ancora qual'cosa.con questo non voglio dire che non ci deve essere un cambiamento di uomini,ma che questo deve essere affidato al voto,chi perde stà a casa,o alle regole,ma non alla denigrazione gratuita.
MARCO