mercoledì 3 febbraio 2010

diario londinese

Epilogo: 1° febbraio, la settimana londinese è irrimediabilmente finita. Di buon'ora ci svegliamo, prendiamo il caffè, doccia e alle nove siamo in macchina, Kingston direzione Putney, con un buon anticipo rispetto al mio volo previsto alle tredici. Con la solita efficienza Max aveva predisposto un planing completo per il mio rientro a casa. Alle dieci prima di varcare il cancelletto della stazione gli faccio le raccomandazioni di rito che competono a l'amico saggio, lui fatto un rapido calcolo del tempo passato dal nostro precedente incontro e forse ancora amareggiato dalla freschissima sconfitta dell'Arsenal dice con un sorriso che mi ha trovato invecchiato. Io spero che si riferisca al fisico e non alla mente, incasso e contemporaneamente rinuncio con grande fair play a qualunque considerazione sul suo peso forma. Neanche il tempo di pensarci e già il primo puntualissimo treno mi trasferiva alla stazione di Clapham, li, recitava il mio piano di viaggio dal binario tredici alle dieci e cinquantatre un altro convoglio diretto a Brighton mi avrebbe scaricato dopo ventuno minuti alla stazione di Gatwick airport, terminal due per la precisione. Vuoi per il freddo pungente, vuoi per l'improvviso senso di solitudine in terra straniera, quando il segnale luminoso mi informa che con dieci minuti d'anticipo potevo prendere un treno per la direzione prevista, non ci ho pensato due volte e sono saltato su. Quello sfrecciava attraverso la bella campagna inglese e con invidiabile puntualità eccolo alla stazione di Gatwick in perfetto orario, solo che non si è fermato, dritto come un fuso. A quel punto associo le parole dello speaker fino a quel momento incomprensibili alla scritta sul pannello luminoso "next station Brighton". In un attimo realizzo che non che non ho la più pallida idea di dove sia la cittadina in questione e quanto sia distante dalla mia agognata destinazione, ma soprattutto realizzo che conosco pochissime parole in inglese ed ero totalmente all'oscuro  di quali contorsioni labiali sarebbero occorse per renderle comprensibili. Fino a quel momento avevo vissuto di rendita, vista la buona conoscenza della lingua aveva parlato solo Max, mi passa veloce per la testa che anche in italiano aveva parlato quasi sempre lui ma non do troppa importanza alla cosa vista la mia drammatica e inattesa condizione: lost. 
Buonanotte
segue          

3 commenti:

Roberto Spina ha detto...

Insomma, dove diavolo sei adesso?

Anonimo ha detto...

io scherzavo sul fatto che eri invecchiato, di conseguenza mi attendo una tua dichiarazione che scherzavi anche tu sul mio peso forma..... VERO?!!?!?

:))

Basilio Scalas ha detto...

A si certo scherzavo.