Sospendo il diario londinese, spero di che non finisca in un angolo troppo difficile del magazzino dei pagherò, anzi minaccio che non appena avrò quattro o cinque notti insonni di fila a disposizione, concluderò il capitolo della giornata. Nel frattempo, col Bretone siamo i direttori tecnici protempore del Teatro Massimo, che è una bella bestia e da soddisfazione. Comincio a pensare che sia un difetto mio e del mio socio, magari dovuto alla passione per il mestiere, fatto sta che siamo sempre in teatro, o meglio il novanta per cento della nostra vita sociale si svolge li e siccome la materia in gioco è artistica, cioè altamente spirituale oltre che fisica, ci sentiamo nel nostro brodo e li sguazziamo per un tempo infinito. Domani vado alla manifestazione, se non la trovo, mi cercherò una piazza ben frequentata e insulterò Berlusconi come si insulta un dente marcio, morto ma fermamente deciso a non cadere.
Buonanotte
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