E' stimolante l'idea di Roberto di immaginare che il Teatro delle Palme possa diventare un luogo della comunità sin dal progetto. Non so se tecnicamente sia possibile fermare i lavori senza troppi danni legali. Sul piano politico, basterebbe non discutere del sesso delle farfalle e assumere impegni. Niente di speciale, finiti i mondiali, il partito organizza le primarie per la scelta del candidato. A metà ottobre abbiamo un leader, un gruppo dirigente e un mese di tempo per coalizzare quelli che credono le elezioni si faranno la prossima primavera. I nostri non daranno tregua in consiglio incoraggiando i tanti che in maggioranza vivono un esperienza desolante è sanno quanto noi che bisogna fare di più e meglio, a maggior ragione in tempi di magra. Lo stimolo nell'idea di Roberto viene dalla possibilità di applicare ad un'azione politica una consapevolezza molto vicina al teatro dell'assurdo. Beckettianamente oggi ho visto i primi pilastri tozzi poco più alti del buon Pintus che imperturbabile continua a scrutare il suo immutabile oriente e mi sono detto: ma ci sarà pure uno schizzetto fatto a mano che si possa visionare senza violare nessuna legge bavaglio e benda. Aspettiamo fiduciosi. Comunque tanto sarò nella commissione esaminatrice e mi batterò perché l'ingresso sia centrale e accogliente, anche per disubbidire allo stile sardo modernista che ci tiene a nascondere l'accesso al pubblico pagante, vedi il Lirico e il Massimo, per non parlare del Comune.
Buonanotte
1 commento:
Lo sai che è un mio pallino che un pò tutti i luoghi diventino della comunità... anzi che vi ritornino, come sarebbe giusto che fosse.
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