martedì 29 giugno 2010

diario politico

E' stimolante l'idea di Roberto di immaginare che il Teatro delle Palme possa diventare un luogo della comunità sin dal progetto. Non so se tecnicamente sia possibile fermare i lavori senza troppi danni legali. Sul piano politico, basterebbe non discutere del sesso delle farfalle e assumere impegni. Niente di speciale, finiti i mondiali, il partito organizza le primarie per la scelta del candidato. A metà ottobre abbiamo un leader, un gruppo dirigente e un mese di tempo per coalizzare quelli che credono le elezioni si faranno la prossima primavera. I nostri non daranno tregua in consiglio incoraggiando i tanti che in maggioranza vivono un esperienza desolante è sanno quanto noi che bisogna fare di più e meglio, a maggior ragione in tempi di magra. Lo stimolo nell'idea di Roberto viene dalla possibilità di applicare ad un'azione politica una consapevolezza molto vicina al teatro dell'assurdo. Beckettianamente oggi ho visto i primi pilastri tozzi poco più alti del buon Pintus  che imperturbabile continua a scrutare il suo immutabile oriente e mi sono detto: ma ci sarà pure uno schizzetto fatto a mano che si possa visionare senza violare nessuna legge bavaglio e benda. Aspettiamo fiduciosi. Comunque tanto sarò nella commissione esaminatrice e mi batterò perché l'ingresso sia centrale e accogliente, anche per disubbidire allo stile sardo modernista che ci tiene a nascondere l'accesso al pubblico pagante, vedi il Lirico e il Massimo, per non parlare del Comune.
Buonanotte

1 commento:

Roberto Spina ha detto...

Lo sai che è un mio pallino che un pò tutti i luoghi diventino della comunità... anzi che vi ritornino, come sarebbe giusto che fosse.