martedì 15 febbraio 2011

diario politico


Venire in Sardegna era quasi obbligatorio. Aveva bisogno di prendere le distanze dal frastuono insopportabile di cui sapeva essere il maggiore artefice e che ormai non era più in grado di controllare. A guardato schifato le immagini dei suoi sostenitori prima davanti al palazzo di giustizia, poi in teatro con quelle orribili mutande stese e ha provato senza vincerlo un ribrezzo infinito. Aveva bisogno di perdere lo sguardo in un orizzonte che non gli mostrasse niente di umano e di nessun pensiero. La primavera impertinente gli stava regalando senza chiedergli niente in cambio una felicità dimenticata. Poi il dispaccio dall'ambasciata egiziana "Massima Urgenza" recitava l'intestazione, in un attimo la tavola turchese del del mare si è trasformata nella porta dell'abisso  e il fruscio armonioso del maestrale nel sibilo di mille serpenti. "Stia calmo presidente, non si tratta della ragazza", il tremore ci messo un pò a scomparire anche dopo che ha capito che lo informavano "solo" che il saggio Mubarak si stava lasciando morire. Decide di ripartire immediatamente cacciando di malo modo le truccatrici. Sapeva di non essersi mai sentito così vecchio, stanco e solo.
Buonanotte

1 commento:

Massimo ha detto...

Questa foto e' fantastica, per un attimo mi e' sembrato "un'altro"...:)))))