sabato 20 settembre 2008

citazioni incolte

"Ha da passà 'a nuttata" - Eduardo - Leo -

14 commenti:

Massimo Usai ha detto...

Buongiorno. Tutto bene?
Un saluto a tutti quelli che si sono fatti trovare per la pizzata di martedi' scorso e anche a quelli che non si son fatti vedere. E' stata una bella serata.
Ora sono tornato a casa...finalmente.
Dopo un viaggio in treno che era lo specchio della sardegna reale. Nel blog gia' ne parlo di queste mie impressioni, ma ne parlero' molto di piu' in questi giorni...ed anche di Alitalia e simili...e poi le foto, ovviamente.
Buon fine settimana
Max

Anonimo ha detto...

Oggi c e'il gruppo preferito di Ignazio,anche di Basilio..pero'non va bene,non siete venuti a sentire me e ve ne andate a sentire quei nonnini..boh....lisa

Roberto Spina ha detto...

Peccato, mi sono perso la pizzata, ci sarei andato volentieri. Ma l'assestamento post Biennale è stato più difficile del previsto. Sarà per la prossima. Ma poi, chi ha pagato la birra?

Massimo Usai ha detto...

x Roberto: coem e' andata a Venezia? hai vinto tu? Perche' non parli del tuo concorso sul blog?

ciao

Anonimo ha detto...

pago sempre tutti io

Roberto Spina ha detto...

Allora il rammarico per essermela persa è ancora più grande.
Max mi chiede di parlare di un fatterello che mi è capitato. Potrebbe essere interessante per lo sviluppo di qualche discussione, perchè no.
La Biennale di Venezia (la stessa che organizza la Mostra del Cinema), nella sua sezione Architettura (http://www.labiennale.org/it/architettura/), attualmente aperta al pubblico, ha organizzato, tra le tante manifestazioni, un concorso per internazionale per studenti. Il tema era molto affascinante, una città da far crescere in modo tale da trasmettere un senso di identità e di appartenenza ai cittadini (EveryVille). Non ho esitato un solo attimo, ho deciso subito che avrei partecipato. E così è stato. Ho raccolto la sfida che era stata lanciata dal curatore della Biennale, Aaron Betsky, che con un testo che accompagnava il bando invitava a ricordarsi di quando si era piccoli, delle sensazioni e dei ricordi, anche quelle negative. E così ho fatto, sono partito dai miei ricordi d'infanzia, ho ricordato come era Montelepre allora(pr ci non lo sa, sono cresciuto li), ho scritto un piccolo racconto e poi ho ipotizzato una proposta, una visione, sostanzialmente basata sulla funzione di quelli che chiamavamo "is territoriusu" e che non erano altro che lotti inedificati. Da qui è nato "The missing tooth", che adesso ciascuno può vedere (e criticare, of course) sul sito della Biennale o se vi visiterete i padiglioni della Biennale, alle Artiglierie dell'Arsenale, insieme agli altri 49 progetti premiati (10 vincitori e 40 menzioni d'onore - io sono tra questi), in mezzo a incredibili creazioni di Architetti ben più famosi. L'inclusione del progetto fra quelli esposti alla Biennale (mi vengono ancora i brividi al pensiero) mi ha permesso di avere un pass per la partecipazione a tutti gli eventi di inaugurazione della Biennale, e vi garantisco che è stato incredibile. Insomma, per dirla in modo che farà piacere a Basilio, Montelepre alla Biennale.

Roberto Spina ha detto...

ah, dimenticavo, il nome del mio gruppo (che poi ero solo io) è chemu.

Anonimo ha detto...

Ho visto il tuo progetto mi e' piaciuto molto, hai messo su carta i pomeriggi le mattine e le sere di un tempo andato , oggi lo squalismo edilizio non permetterebbe spazi vuoti, cosi' pieni.Unico rammarico , avrei voluto vedere le porte da calcio disegnate sui muri, vicine alla griglia di pesincheddu.
Bravo

Anonimo ha detto...

Scusa mi sono incasinato.
Tony

Roberto Spina ha detto...

Intanto grazie, mi fa piacere se qualcuno riesce a vedere e a "sentire" questi dettagli (il pisincheddu o il lunamonte). Mi fa piacere perchè mi risolve due dilemmi: sono riuscito a trasmettere correttamente il messaggio? e poi, c'è qualcuno che può o vuole riceverlo quel messaggio? I segnali sembrano positivi e ne sono molto contento.
Vorrei segnalare il fatto che anche una giuria piuttosto cosmopolita abbia trovato motivi di interesse in quei contenuti (mi chiedo se anche Zaha Hadid e Wolf Prix giocavano a pisincheddu!).
Per chiudere devo una risposta a Tony: ti sei lasciato prendere dall'entusiasmo riguardo alle porte disegnate sul muro, perchè se fossi ritornato ad allora, a quando inseguivamo palloni lungo le strade, ti saresti ricordato che dopo essere stati inseguiti un paio di volte dalla massaia residente nella casa del muro della porta, armata di trunch'e scova e animata dalla voglia di troncarlo nella schiena dei ragazzini che gli fanno tremare i soprammobili a forza di stamborrate in porta, beh, ti garantisco che le porte sul muro, anche se c'erano, non le vedevi.

Anonimo ha detto...

Noi giocavamo in su territorio di via PO, adiacente ad un abitazione in costruzione, quando il pallone finiva in quella abitazoione spesso mandavano il più piccolo raccoglierlo ( indovinate chi era?).
Ma una volta mi beccò il fratello del padrone di casa ( il proprietario era Salvatore Nioi eil fratello vigilava sulla casa).
..zzo, una scatto straordinario per iruscire a sfuggirgli.
,

Anonimo ha detto...

ma come faccio a vedere il progetto di Roberto? Nel sito della Biennale cè solo la menzione.

Roberto Spina ha detto...

Dove c'è la lista delle menzioni devi cliccare sulla parola chemu.
Ciao.

Anonimo ha detto...

adesso provo e vdedaomo un po