venerdì 26 febbraio 2010

diario londinese

Siamo a casa dopo che la strada a giocato a rendermi immagini che la memoria cominciava a perdere. La porta si apre sulla luce tenue e il buon profumo, in fondo, in leggera penombra come piace a lei, la padrona di casa mi accoglie con un sorriso e un abbraccio. E' in forma e bella, con un filo di trucco. I nostri asciutti salamelecchi vengono bruscamente interrotti da Max. Ci tiene a sottolineare che malgrado l'arrivo del suo migliore amico sardo, a pari merito con Bruno, siamo passati in ristorante e abbiamo ritirato i panni che laveremo stanotte, a quel punto io confesso della torta, tanto avrebbe scoperto il misfatto. Mentre sale il caffè, ci raccontiamo l'essenziale e subito dopo le dico dei tre concerti. Mi guarda un pò perplessa, cosa abbastanza logica dal momento che non credo che il Grupo Allende sia in cima ai suoi pensieri. Il caffè lo prendiamo in salotto tra i tulipani e davanti alla signora Fletcher che svolgeva il suo caso col garbo e la sagacia di sempre. Una breve discussione di telefonia mobile lascia i mie amici sulle posizioni iniziali ed è già tempo di rimettersi in moto. Susy mi consegna il piumone per la notte con un sorriso che vale un bentornato. Fissati gli impegni per il giorno seguente, on the road again, accompagnati dal silenzio più lungo da quando ho messo piede in città. Dopo non più di venti secondi dipaniamo la migliore strategia per ottimizzare quella settimana da singles, in questo caso anche internazionali.
Buonanotte

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